Non penso di esagerare se dico che quest’anno OMAZ salirà in Iraq al primo posto nel mercato di riferimento, visto anche il giudizio davvero positivo ottenuto dal ministro dell’Agricoltura alla fiera di Baghdad. Gli ordini degli allevatori stessi stanno premiando il lavoro svolto da OMAZ.
Parole che ci fanno davvero onore, pronunciate da
Alì Rashid, giornalista e scrittore palestinese, deputato nella XV Legislatura della Repubblica Italiana.
Alì Rashid, grande conoscitore delle questioni legate al Medio Oriente, è da sempre attento allo sviluppo dei Paesi e con
OMAZ sta collaborando per una maggiore industrializzazione dell’Iraq che vada anche verso l’attenzione per i piccoli produttori a gestione familiare. Questo con l’imminente introduzione della linea
SPACE A: prodotti adatti a realtà di dimensioni più contenute e che necessitano di minori automatismi. Un concetto che però non tralascia la sempre grande qualità che con forza portiamo avanti nelle nostre lavorazioni.
“La fase post-guerra in Iraq ha dato spazio nel mercato solo ai grandi produttori – ha osservato
Alì Rashid, che nei giorni scorsi ha fatto visita alla nostra sede centrale di Civitanova Marche -. Con l’introduzione di strutture anche di piccole dimensioni riusciamo a “rompere” questo concetto, creando possibilità anche per chi si trova in situazioni di difficoltà economiche”.
In Iraq abbiamo iniziato da poco a muoverci ma è uno di quei paesi dove vogliamo con forza intensificare i nostri rapporti – ha detto il presidente OMAZ Giuseppe Quadrini -. Ringrazio Alì Rashid per la sua grande collaborazione.
Ecco una breve intervista ad Alì Rashid.
Alì Rashid, in che fase storica ci troviamo in Iraq?
“Siamo ancora in una fase di incertezza, con una guerra che dal 1993 non è mai finita. Siamo in un momento delicato, perché il processo democratico richiede un po’ di tempo per strutturarsi. Il prezzo del petrolio è sceso e lo Stato non è riuscito ad oggi a far fronte alle spese. Siamo così passati da uno dei Paesi più ricchi della regione ad un territorio limitato. Non vedo una soluzione a breve termine, il conflitto non ha trovato il suo equilibrio. L’agricoltura prima della guerra rappresentava un’importante voce nel settore produttivo dell’Iraq”.
Come invece sta andando il settore avicolo in generale?
“Il Governo vuole arrivare all’autosufficienza nella produzione di uova e carne: un processo non facile, visto che il 60% del fabbisogno di uova viene importato. Discorso analogo per la carne. Quindi nel Paese prestano molta attenzione alla
OMAZ: anche se è passato poco tempo dal vostro ingresso nel mercato iracheno sia il Governo che gli allevatori hanno un’ottima considerazione di voi, grazie alla qualità dei lavorati e al prezzo competitivo. Un’attività che ha pure un effetto sociale immediato: la realizzazione di piccoli impianti darà voce anche alle famiglie e alla loro autosufficienza. Generando quindi lavoro”.
Cosa pensano i clienti iracheni dell’OMAZ?
“La
OMAZ ha subito ottenuto un risultato importantissimo: l’ingresso nel mercato ha permesso di far scendere il prezzo degli impianti quasi del 25%, e non esagero nel dire che la
OMAZ quest’anno sarà al primo posto come scelta, visto il rapporto qualità/costi. Ad oggi prevediamo la realizzazione nel 2016 di 28 nuovi impianti”.